Gli Amici delle Tombe Dipinte presentano “Istantanee dal passato. Pittura etrusca a Tarquinia” e annunciano un nuovo libro dedicato agli acquerelli di Adolfo Ajelli
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- Pubblicato Domenica, 11 Ottobre 2020 22:40
- Scritto da Redazione
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Presentato a Tarquinia, nella suggestiva cornice del Salone delle Feste dello storico Palazzo Bruschi, sede della Biblioteca Comunale "Vincenzo Cardarelli", il secondo volume della Collana Larth, Quaderni dell'Associazione Amici delle Tombe Dipinte, dal titolo "Istantanee dal passato. Pittura etrusca a Tarquinia - Vision of the past. Etruscan Tomb Painting at Tarquinia". Il libro, scritto da Gloria Adinolfi, Rodolfo Carmagnola e Maria Cataldi, in edizione bilingue italiano e inglese, è dedicato a storia, tecniche e contenuti delle figurazioni dipinte nelle tombe tarquiniesi che, nel 2004, sono state dichiarate dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità.
All'evento, trasmesso in diretta streaming nel web, sono intervenuti, in presenza o da remoto, Adele Cecchini (Pres. Ass. Amici delle Tombe Dipinte), l'Archeologa Beatrice Casocavallo, Francesca Boitani (ex Funzionario Soprintendenza), Daniele Federico Maras della SABAP-RM-MET (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l'Area Metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l'Etruria Meridionale), Rodolfo Carmagnola (co-autore del libro e V. Pres. Ass. Amici delle Tombe Dipinte), il marito Paolo e la sorella della scomparsa Mariolina Cataldi. Assenti per motivi familiari o personali la Dott.ssa Alfonsina Russo (Direttore del Parco Archeologico del Colosseo - Presidente Onorario dell'Associazione - Direttore della Collana LARTH) e Alessandro Giulivi (Sindaco di Tarquinia).
La presentazione è stata occasione per ricordare l'instancabile opera di tutela e valorizzazione delle Tombe Dipinte di Tarquinia per opera di uno dei curatori del libro, Mariolina Cataldi, recentemente scomparsa, Direttrice per anni del Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia.
Il lavoro degli "Amici delle Tombe Dipinte" ha avuto inizio nel Settembre 2012, quando un gruppo di professionisti, impegnati da anni nello studio delle problematiche tecnico scientifiche inerenti il patrimonio archeologico di Tarquinia, nella convinzione fosse doveroso svolgere un compito di integrazione e sostegno della tutela e valorizzazione di un inestimabile patrimonio culturale, ha ritenuto opportuno e indispensabile costituire un'Associazione no-profit appositamente dedicata.
Il sodalizio, di concerto con la Soprintendenza, sin dal suo esordio, si è proposto di promuovere la salvaguardia, la tutela, la valorizzazione e lo studio degli ipogei dipinti di Tarquinia (sito Unesco), attraverso la ricerca di fondi e il coinvolgimento di Enti, Istituzioni, Università e privati che potessero essere interessati alle stesse finalità.
Con la pubblicazione dei Quaderni, l'Associazione Amici delle Tombe Dipinte di Tarquinia intende svolgere attività di divulgazione degli atti delle giornate di studio e degli incontri, dalla stessa organizzati e finalizzati alla promozione e allo studio delle problematiche inerenti il patrimonio culturale tarquiniese, nonché dei risultati delle ricerche sullo stato di conservazione e sulle tecniche esecutive delle tombe dipinte, al fine di contribuire fattivamente alla loro tutela, manutenzione, conservazione, restauro e valorizzazione.
Dopo la stampa del secondo libro della Collana LARTH è già stata annunciata l'uscita, entro la fine dell'anno, di un terzo volume dedicato agli acquerelli di Adolfo Ajelli (1886 - 1963). Un altro contributo di Mariolina Cataldi dedicato, come funzionario nel suo lungo percorso nell'ambito della Soprintendenza del Lazio e dell'Etruria Meridionale, alla conoscenza della cultura etrusca.
Quella dell'Ajelli è l'ultima testimonianza delle arti figurative relativa alle Tombe Dipinte di Tarquinia prima dell'uso diffuso della fotografia.
Nel 2015 le opere dell'agrimensore e pittore per passione della città etrusca in possesso dei suoi eredi, furono acquistate dall'allora ex Soprintendenza per destinarle al Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia.
Maria Cataldi e Francesca Boitani agli inizi della loro carriera archeologica