Un anno storico per il Vinitaly 2019: bilanci e considerazioni di un’edizione da poco conclusa
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- Pubblicato Sabato, 04 Maggio 2019 23:58
- Scritto da Ludovico Maria Senesi
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(Ludovico Maria Senesi) - Il 2019, per Vinitaly 53ª edizione, rimarrà un anno importante. Infatti per la prima volta la fiera ha raggiunto e superato i 100.000 mq di superfice. È la manifestazione del settore più grande al mondo. Sono state 4600 le aziende che hanno esposto i loro brand, importanti realtà vinicole provenienti da oltre 30 paesi diversi. 125 mila i visitatori da 145 nazioni.
Tra le principali novità di quest'anno le master class dedicate ai vini artigianali, il nuovo salone Vinitaly Designer e l'Organic Hall, spazio dedicato ai vini biologici, prodotti secondo la normativa europea. Anche quest'anno la città di Verona ha fatto da cornice al "Vinitaly and the city", la magia del fuori salone nel centro della città. Un'esperienza indimenticabile per tutti all'insegna di vino, arte e musica, incontro e divertimento.
Come noto, Vinitaly, è la più qualificata manifestazione a nazionale che sta contribuendo a fare del vino la star delle più coinvolgenti e dinamiche realtà del settore primario. Ma facciamo un po' di storia per seguire i passi da giganti effettuati anno dopo anno.
Tutto nasce nel lontano 1967 quando nel palazzo della Gran Guardia si svolgono le giornate del vino italiano. Nelle prime due edizioni le giornate del vino avevano come scopo principale l'attività convegnistica, ma nella terza edizione, quella del 1969, troviamo il cambiamento, in quanto 130 aziende vinicole iniziano l'esposizione dei loro prodotti.
Arriviamo quindi al 1971 dove le giornate del vino prendono il nome definitivo di Vinitaly (salone delle attività vinicole) e vengono introdotte molte novità, le più importanti l'asta dei vini pregiati e una sezione dedicata alle macchine e attrezzature per l'enologia.
Proseguendo con edizioni e novità arriviamo al 1995 quando la manifestazione apre i suoi orizzonti verso la distilleria modificando il suo nome in "Vinitaly - salone internazionale del vino e distillati".
Nel 1998 in occasione del centenario di Veronafiere, questa e Vinitaly decidono di sbarcare in Cina, e precisamente a Shangai, con la manifestazione "China Wine". Esperienza positiva che si ripeterà col passare del tempo anche in altri paesi come ad esempio nel 2002 in America con "Vinitaly US tour a Chicago e San Francisco", nel 2004 in Russia e nel 2005 in India, dove ha luogo la prima edizione del "Vinitaly indiano".
Nel 2011, per i 150 anni dell'Unità d'Italia, il Vinitaly ha realizzato un progetto speciale, la "bottiglia dell'Unità d'Italia". Partendo da una selezione di 20 vini bianchi e 20 vini rossi, sono state realizzate due bottiglie di vino in edizione limitata e non in commercio, chiamate "vino rosso d'Italia" e "vino bianco d'Italia", in seguito offerte al presidente della repubblica Napolitano e ad altre autorità.
Nel 2014, il Vinitaly, crea un'area riservata alla produzione vitivinicola estera con numerose aziende provenienti dalla Francia, Australia, Regno Unito, Russia e Slovenia.
L'edizione del 2015 verrà ricordata più che altro per i temi sul biologico, il biodinamico e l'artigianale.
Nel 2016 Vinitaly festeggia i suoi primi 50 anni e per la prima volta nella storia un Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, inaugura la fiera. Inoltre dopo 22 anni il Concorso Enologico Internazionale, tra i più selettivi al mondo, diventa Premio Internazionale 5 Star Wines, da assegnare solo ai vini che raggiungono e superano i 90 centesimi nel giudizio espresso da commissioni composte da esperti internazionali specializzati.
Nel 2017, 5 Star Wines supera il concetto di premio e diventa 5 Star Wines The Book, una guida di vini di tutto il mondo che hanno raggiunto un punteggio di almeno 90 centesimi.
Il mio Vinitaly...
Sono rimasto piacevolmente sorpreso dall'organizzazione e il supporto che la città ha saputo dare quest'anno all'evento. Fuori dalla stazione ho trovato le navette in attesa dei passeggeri del treno, così raggiungere la fiera è stato decisamente comodo e veloce.
Entrato, sono rimasto piacevolmente colpito dalla bellezza dei padiglioni che ogni regione ha allestito con grande cura. A lasciarmi a bocca aperta è stato quello dell'Emilia Romagna, dove tutto era adornato, perfino il soffitto, con appese centinaia di etichette. Qui nomi dei vitigni della regione ed una parete era completamente decorata con la loro terra e la possibilità di toccare con mano i vari terreni. Un modo per apprezzarne le differenze, e con l'aiuto di sintetiche descrizioni comprendere amche gli effetti del terreno sul vino. Questa è la regione che ha puntato di più sul turismo del vino, infatti quasi tutte le aziende hanno fatto grandi investimenti in questo senso.
Proseguendo, ho visitato il padiglione del Consorzio del Chianti classico e i padiglioni della Sicilia, della Sardegna, della Puglia, della Campania e del Trentino Alto Adige. L'allestimento del padiglione Veneto l'ho trovato di grande effetto, con due grandi statue all'entrata raffiguranti i due leoni di San Marco, che spettacolo!
Grazie alla mia amica Federica, che del tutto casualmente ho incontrato in fiera, ho avuto il piacere di partecipare all'evento "Jazz & Wine" organizzato dall'azienda Banfi di Montalcino, dove ho potuto degustare i vini dell'Alta Langa accompagnati dalle ostriche. Il tutto ascoltando dell'ottima musica dal vivo.
Infine il padiglione del Lazio. Lì ho avuto il piacere di degustare i prodotti di due aziende:
Tenuta Tre Cancelli, con oltre cinquant'anni di esperienza in questo settore, situata sui Monti Cerniti a Cerveteri. Tra una degustazione e l'altra della loro produzione, mi ha colpito il loro vino di punta per quanto riguarda i bianchi, lo "Zio Carlo". Invece, per quanto riguarda i rossi, il "753 D.O.C". Il nome deriva dall'anno in cui è stata fondata Roma, un vino piacevole e non impegnativo. Una particolarità dell'azienda è che gran parte dei nomi assegnati ai vini sono di origine Romana-Etrusca. Cantine Capitani, con oltre quarant'anni di esperienza in questo settore. Situata a Trevignano Romano, sul lago di Bracciano, dove il territorio climatico è ideale per la coltura della vite. I vini bianchi della Vendemmia 2018 sono piacevoli e profumati, come pure i vini rossi. Quello che mi ha colpito è lo Chardonnay, prodotto in uno dei vigneti più antichi dell'azienda.
Questo è il bello del Vinitaly, percorrere chilometri e chilometri all'interno di una fiera e ritrovarsi ad attraversare tutta Italia. Sentire le storie dei produttori, dei loro vini, dei loro aneddoti... anche perché, dentro ogni bottiglia, c'è sempre una storia da raccontare! Appuntamento al 2020 (19-22 Aprile) per la 54 ª edizione.
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