I 100 anni del Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia
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- Pubblicato Domenica, 12 Maggio 2024 00:24
- Scritto da Redazione
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Ospitato dal 1924 presso Palazzo Vitelleschi, il Museo Archeologico Nazionale - uno dei 4 siti del PACT - Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia - ha festeggiato (sabato 11 e domenica 12 maggio), il suo centesimo compleanno con un francobollo pensato ad hoc, una brand identity speciale e una serie di iniziative culturali aperte, dedicando al pubblico un weekend con ingresso a 2 euro.
«Cento anni non sono niente davanti al tempo assoluto della storia. Ma sono tanti di fronte al tempo relativo della vita: ecco perché diventa ancora più importante celebrare questo importante traguardo insieme, attraverso un francobollo ideato ad hoc, una due giorni di eventi e un'immagine coordinata studiata per l'occasione a cura di Superficial Studio».
Così hanno sottolineato al PACT ed i festeggiamenti ufficiali hanno preso il via al Museo Archeologico Nazionale nella “Sala Capolavori” che ha ospitato la presentazione del Francobollo, parte della serie tematica "Le eccellenze del sapere". Considerata tra i massimi riconoscimenti che si possano ricevere, l'emissione filatelica dedicata al Centenario del Museo è stata possibile grazie alla collaborazione sinergica con il MIC, la Direzione Generale Musei, il Ministero delle Imprese e Made in Italy, Poste Italiane e il Poligrafico dello Stato IPZS.
Presente alla mattinata, in rappresentanza del Direttore Vincenzo Bellelli colpito da un lutto familiare, Maria Cristina Tomassetti, per il Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia di cui il museo fa parte. Insieme al Sindaco di Tarquinia Alessandro Giulivi e al Vice Luigi Serafini anche Roberta Sarrantonio per Poste italiane, Giorgio Maria Tosi Beleffi per il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Lara Anniboletti per il Ministero della Cultura e le rapresentanze delle Forze dell'Ordine impegnate nella Tutela del Patrimonio Culturale.
La vignetta del francobollo raffigura il cortile interno di Palazzo Vitelleschi, sede del Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia, e il vaso greco configurato a testa femminile (rython) attribuito all'artigiano attico Charinos, una delle opere più iconiche del Museo. Completano il francobollo le legende “MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI TARQUINIA” e “100 ANNI”, la scritta “ITALIA” e l'indicazione tariffaria “B”. Bozzettista: Maria Carmela Perrini. Tiratura: duecentomila quattro esemplari. Indicazione tariffaria: B. Foglio: Ventotto esemplari. Sulla cimosa la produzione monocromatica del logo MIMIT. Caratteristiche del francobollo: Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia; colori: cinque; carta: bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco); formato carta e formato stampa: 48 x 40 mm.; formato tracciatura: 54 x 47 mm.; dentellatura: 9, effettuata con fustellatura.
Nella giornata di Sabato 11 nel cortile di Palazzo Vitelleschi è stato attivato un servizio filatelico temporaneo di Poste Italiane. I festeggiamenti sono poi proseguiti con una visita guidata alla mostra “Gli Eroi di Marce Atie. Gli Etruschi dipingono il mito” a cura del Prof. Vincent Jolivet, e nel pomeriggio con un concerto di musica leggera del Coro Polifonico "EtrusChorus Maria Laura Santi" diretto dal M° Luca Purchiaroni. Anche per la giornata di Domenica 12, oltre ad essere ancora attivo l'ingresso ridotto a 2 euro, il Museo ha proposto una visita guidata gratuita al Palazzo Vitelleschi e alle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia a cura del PACT e una visita gratuita alla mostra “Marce Atie. Gli Etruschi dipingono il mito” a cura della Dottoressa Edwige Lovergne.
► PALAZZO VITELLESCHI
Capolavoro architettonico del Rinascimento con elementi in stile gotico e catalano, realizzato tra il 1436 ed il 1439 su commissione del Cardinale Giovanni Vitelleschi, in parte su strutture preesistenti e con progetto di due diversi architetti. Appartenuto ad una famiglia nobile sino al XVII secolo, il Palazzo venne poi messo all’asta nel 1892, a seguito del fallimento dell’ultimo proprietario, e comprato dal Comune che lo cedette allo Stato, che in seguito lo trasformò in Museo. Dal 1924 ospita, oltre a due storiche collezioni ottocentesche - la Raccolta Comunale e la collezione privata dei Conti Bruschi-Falgari - materiali provenienti dagli scavi condotti nell’area dell’antica città. Un percorso espositivo ricchissimo che si sviluppa in più aree tematiche abbracciando un arco cronologico che, dall’Età del Ferro (IX sec. a.C.), giunge all’epoca romana: la scultura monumentale e funeraria, i corredi tombali, la ceramica importata e di imitazione dal periodo geometrico a quello ellenistico, l’abitato.
► I PRINCIPALI REPERTI CUSTODITI NEL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI TARQUINIA
Tra questi spiccano il Sarcofago del Sacerdote, con le spoglie di Laris, il capostipite della famiglia dei Partunu. Il sarcofago è un pregiato monumento di fabbrica greca, scolpito in marmo pario, importato in Etruria dove un artista locale ne dipinse la cassa con scene mitologiche e le ceramiche figurate attiche tra cui capolavori monumentali della fine del VI secolo a.C. come l’eccezionale kylix plasmata dal vasaio Euxitheos e dipinta dal pittore Oltos (510-500 a.C.) trovata nel 1874 in una tomba a camera della Necropoli dei Monterozzi. Altra opera iconica, capolavoro della coroplastica etrusca e simbolo della città di Tarquinia sono i cosiddetti “Cavalli Alati”: una lastra fittile decorata ad altorilievo con una coppia di cavalli alati scalpitanti nell’atto di spiccare il volo. L’altorilievo doveva essere posto in corrispondenza della testata di uno dei grandi travi del frontone del tempio dell’Ara della Regina, nella fase del IV sec. a C., sul pianoro della Civita dove era ubicata la città antica e dove ancora oggi sono visibili i suoi resti monumentali. Le sale ospitano, inoltre, la ricostruzione dal vivo di alcuni contesti funerari come la tomba a camera dei Versna e quattro tombe dipinte “strappate” negli anni ’50 e ’60 del ‘900 e ricostruite nel Museo. Tra queste si menziona la Tomba del Triclinio: decorata da un artista greco operante a Tarquinia all’inizio del V sec. a.C.
✳ - Fonti: Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia - Ministero della Cultura - Ministero delle Imprese e del Made in Italy - Foto Cartolina con Annullo Speciale: Simona Orrù