Il 36° esagramma dell' I Ching e il secondo libro de "La filosofia dell'oracolo" di Lino Carriero
- Dettagli
-
Categoria principale: OltreNews PressAgency
-
Categoria: Libri
-
Pubblicato Martedì, 21 Ottobre 2014 15:35
-
Scritto da Giulio Carra
-
Visite: 7612
"L'ottenebramento della luce" (Chimienti Editore) è il secondo volume della trilogia "La filosofia dell'oracolo", una raccolta di romanzi dove l'autore, Lino Carriero (psicologo, naturopata e counselor filosofico) racconta le storie di tre diversi soggetti che ricorrono all'aiuto di un consulente filosofico (nella finzione Carlo Paralinos) personaggio inquadrato come una figura dall'immensa saggezza e nel quale lo scrittore romano fa confluire molte sue esperienze e lati del suo essere, tanto da definire le proprie opere come trasposizioni romanzate di eventi autobiografici. Nel filmato vi proponiamo la presentazione del libro avvenuta nel corso degli eventi letterari di Tarquinia "A Porte Aperte - Un Museo nella Città" che ha visto la partecipazione dell'autore e di Patrizia Zanoli.
"L'ottenebramento della luce" narra, quindi, un caso reale di counseling filosofico e contiene molteplici piani di lettura esoterica ed è arricchito da note e da un'appendice dedicata agli eventi storici. «Il titolo fa riferimento al 36° esagramma dell'I Ching e alla profezia apocalittica dell'ottenebramento della mela d'oro che, allo scoccare del XVI secolo, preannunciava la fine del mondo. Attraverso il 36° esagramma si "fa luce" sulle caratteristiche del counseling esistenziale del mutamento, derivato dall'antropologia fenomenologica e dalla filosofia del mutamento dell' I Ching. La trama del romanzo si dispiega lungo tre secoli distanti tra loro: XVI, XX e XXI secolo. È la storia di una donna straordinaria, Letiziana, veggente e schizofrenica, che si rivolge al conselor Paralinos per cercare di conciliare la scissione della propria personalità. Il counselor e la consultante vivono una comune odissea, alla ricerca del senso della vita. Più in generale, si narra del fallimento dell'uomo moderno che, complice la "tecnica", ha smarrito l'essere».