I Dieci Anni dell’Associazione Amici delle Tombe Dipinte di Tarquinia
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- Pubblicato Domenica, 06 Novembre 2022 22:20
- Scritto da Redazione
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Ricorrono quest'anno i 10 anni (2012-2022) dalla costituzione dell'Associazione Amici delle Tombe Dipinte di Tarquinia. Dopo una giornata riservata, nel mese scorso ai soci presso l'Azienda Agricola "Quattro Grani", con visite speciali, conferenze, presentazioni di libri e un pranzo con ricette "etrusco-romane" a cura di Vittoria Tassoni proseguono le iniziative del sodalizio rivolte alla tutela del patrimonio archeologico ed agli approfondimenti sulla conoscenza della Civiltà Etrusca.
Nell'ambito di questi contesti, domenica 6 novembre, la dott.ssa Francesca Boitani, Presidente dell'Associazione Amici delle Tombe Dipinte, ha accompagnato soci e simpatizzanti in una visita alle quattro sale del Museo di Villa Giulia dedicate alla città etrusca di Veio. Un'occasione eccezionale in quanto la dottoressa Boitani ha diretto il museo romano per molti anni, curando in particolare l'allestimento delle quattro sale dedicate alla città di Veio, definita da Dionigi di Alicarnasso "la più potente d'Etruria al tempo di Romolo" e la più vicina a Roma che la conquistò nel 396 a.C.: le sue rovine si estendono presso Isola Farnese, borgo medievale a 17 km lungo la via Cassia.
● Situate nell'ala destra del Museo, le sale espongono dal 2012 le testimonianze più importanti del centro veiente, che in precedenza giacevano nei depositi. Tra i tanti capolavori dalle necropoli dell'età del Ferro (IX-VIII sec. a.C.) spicca il corredo di un "principe" deposto con l'equipaggiamento di un sacerdote Salio, sacro a Marte, con tanto di armamenti in bronzo (scudi bilobati, dischi-corazza, elmi, spade, lance etc.). Seguono i corredi delle due più antiche tombe dipinte etrusche (inizi del VII sec. a.C.), quella dei Leoni Ruggenti e quella delle Anatre, le cui raffigurazioni sono riprodotte in scala reale sul fondo delle rispettive vetrine.
● La famosa Olpe Chigi, trovata nel grandioso tumulo di Monte Aguzzo, opera di un artigiano di Corinto (640 a.C.), si ammira per il decoro a fregi sovrapposti realizzato in stile miniaturistico e tecnica policroma e per la rara raffigurazione del Giudizio di Paride.
●Ai ritrovamenti da diverse aree dell'abitato sono dedicate le ultime due sale: le celebri statue in terracotta policroma, che decoravano il colmo del tetto di uno dei più venerati templi etruschi (fine del VI sec. a.C.), sono esposte insieme allo straordinario apparato decorativo (le impressionanti teste di Gorgoni!): Apollo ed Ercole che lottano per la cerva dalle corna d'oro alla presenza di Mercurio (conservato nella testa), e Latona con il piccolo Apollo in braccio, di cui è appena iniziato il restauro sotto gli occhi del pubblico.
L'impegno della dott.ssa Boitani è oggi principalmente rivolto alle Tombe Dipinte di Tarquinia come confermato dalla stessa, tra esperienze trascorse e prospettive a medio e lungo termine, nella conferenza del 2 ottobre scorso nell'ambito della ricorrenza ufficiale del decennale dell'associazione le cui finalità principale è quella di promuovere la salvaguardia, la tutela, la valorizzazione e lo studio delle Tombe Dipinte di Tarquinia di concerto con la Soprintendenza attraverso la ricerca di fondi e il coinvolgimento di Enti, Istituzioni italiane e straniere, Università e privati che siano interessati agli stessi obiettivi.
L'associazione è nata a seguito di un suggerimento dell'allora Presidente del World Monuments Fund Europe, Bertrand du Vignaud nel Settembre 2012 e grazie a un gruppo di professionisti che si sono occupati per anni dei problemi tecnici delle tombe dipinte di Tarquinia. L'organizzazione ha avuto come suo primo presidente la dott.ssa Maria Cataldi (recentemente scomparsa), che per anni ha ricoperto il ruolo di direttrice del Museo Archelogico Nazionale di Tarquinia.
Tra le tante iniziative portate avanti da segnalare il restauro (2012) dei frammenti di intonaco dipinto provenienti dagli scavi al Tumulo II della Doganaccia (Università degli Studi di Torino), l'apertura al pubblico (2014) della Tomba Bartoccini, dopo le fasi di restauro di alcuni vani e l'installazione di un monitor che ne illustra i lavori e lo studio dei graffiti medievali, l'avvio (2016) della campagna di ricerca fondi per le tombe dipinte di Tarquinia. Notevole anche l'attività editoriale iniziata nel 2019 con la presentazione del volume dedicato ai 100 anni del Museo Archeologico Nazionale Tarquiniense nell'ambito della collana di Quaderni "Larth", dedicata ad aspetti storico-archeologici, tecnico-esecutivi delle pitture etrusche delle necropoli tarquiniesi e del loro restauro. Fino ad oggi sono tre i libri pubblicati. Infine l'associazione è rimasta fortemente impegnata nel recupero e la manutenzione delle Tombe Porta di Bronzo, del Vecchio, degli Scudi e dei Vasi Dipinti. Quest'ultima, con il supporto dell'Accademia di Danimarca e della Ny Carlsberg Foundation di Copenaghen, è stata recentemente restaurata attraverso l'opera di tecnici straordinari come Franco Adamo, Adele Cecchini e Mariangela Santella.
In occasione della festa del decennale, sono state effettuate visite straordinarie alla Tomba degli Scudi e alla Tomba del Cardinale con spiegazioni, rispettivamente, del prof. Adriano Maggiani e della prof.ssa Cornelia Weber Lehmann. Nella stessa giornata il dott. Daniele Federico Maras, Responsabile dell'Area Funzionale (RAF) Educazione e Ricerca della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l'Etruria Meridionale guidata dalla Soprintendente architetto Margherita Eichberg, ha presentato il secondo quaderno della Serie "Tarchna" dell'archeologa e ricercatrice dell'Università degli Studi Milano Matilde Marzullo con focus sulle "Indagini territoriali e potenzialità archeologiche nella necropoli dei Monterozzi a Tarquinia: i terreni Quattro Grani".
Il volume è dedicato alle tematiche che coinvolgono la più grande Necropoli della Città di Tarquinia, quella dei Monterozzi, Patrimonio dell'Unesco dal 2004. «Il rapporto fra abitato e territorio - si sottolinea nella presentazione del libro - è da sempre uno degli obiettivi primari del "Progetto Tarquinia" sin dai primi indirizzi di ricerca impostati da Maria Bonghi Jovino nel lontano 1982. Oggi, i dati e le esperienze raccolte in quarant'anni di indagini hanno portato ad una conoscenza estremamente specifica e approfondita del comparto territoriale e grazie alla collaborazione tra Università, Soprintendenza e i proprietari dei terreni Quattro Grani, ci si è potuti concentrare su un settore strategico per gli aspetti insediamentali e della frequentazione antica. Il caso in esame risulta di particolare rilevanza perché costituisce in assoluto la prima occasione in cui un'area dei Monterozzi viene sottoposta ad un'ampia e sistematica indagine territoriale. Il volume illustra le tappe di questa ricerca».