"Non è un vento amico" di Vincenzo Zonno

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"Fingendo di parlarci della Russia, della politica, 
dello scontro tra tradizione e modernità, Zonno ci ha mostrato un vivido spaccato dell'inferno e l'amore quale unica via d'uscita" (Oliviero Canetti, Postfazione a "Non è un vento amico")

NonèunventoamicoIl romanzo "Non è un vento amico" di Vincenzo Zonno trae ispirazione dagli avvicendamenti politici della Russia dello zar Nicola I per dare vita a una vicenda d'inganni, d'indagini e d'amore; ma la contestualizzazione storica, ancorché precisa e informata, non deve trarre in inganno: "Non è un vento amico" è molto di più che un romanzo "in costume". La complessità dell'intreccio è stemperata dalla scrittura anomala di Zonno: abituato ai racconti surreali, sa fluire veloce per soffermarsi sui soli dettagli necessari, pochi e potenti, immediatamente caratterizzanti. Infine, sotto l'apparente leggerezza c'è lo spessore dei temi toccati: l'etica, la filosofia, la sociologia, la dottrina religiosa, in un'indagine fascinosa dell'animo umano e delle motivazioni che muovono ognuno...
La trama del romanzo: Quando viene strappato dalla sua frivola esistenza sanpietroburghese e inviato in missione in Prussia per ordine dello zar, il tenente Georges Stroganov sa bene che un buono stipendio e la prospettiva di un avanzamento di carriera non riusciranno a togliergli di dosso l'inquietante sensazione che qualcuno stia cercando di manovrarlo per i suoi fini. È il 1854: lo zar Nicola è da tempo succeduto a suo fratello, il fanatico Alessandro Romanov, morto in circostanze poco chiare, e lo sterminato impero russo è conteso tra gli anacronistici privilegi dell'aristocrazia e il vento modernista che spira dall'Europavintage occidentale. È in questo delicato frangente che Georges giunge in qualità di console nell'exclave russo di Cypel Koszalin, e trova un ambiente immoto, sospettoso, schiacciato dall'ossessione per il peccato e dal peso dell'ortodossia. Una matassa che il tenente dovrà dipanare al più presto, se vuole evitare l'orribile fine del console suo predecessore, la cui carcassa dissanguata porta ben impressa, sulla pelle, l'impronta della mano dell'Angelo dell'Abisso.
Scopriamo di più sull'autore, Vincenzo Zonno. E' un artista di versatile creatività che fa proprie le suggestioni di molteplici ambiti espressivi. Cantante rock negli anni Novanta in diverse band, è poi passato alla danza come interprete, regista, scenografo e curatore delle musiche per la compagnia Yankè Dance Studio. Ha sintetizzato le sue esperienze artistiche in una scrittura indisciplinata che, da un apparente verismo, sfocia in un inaspettato surrealismo. Dopo la sua prima raccolta di racconti Harpo, ha pubblicato altri titoli e "Non è un vento amico" è il suo primo romanzo storico.

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Fonte - Ufficio Stampa di Vocifuoriscena