Mario Vattani, console generale a Osaka, autore per Mondatori di "DOROMIZU - Acqua Torbida"
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- Pubblicato Lunedì, 29 Febbraio 2016 13:55
- Scritto da Redazione
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In libreria dal 23 febbraio "DOROMIZU - Acqua Torbida" un romanzo di Mario Vattani, edito da Mondadori – Strade Blu che tratta "Un viaggio iniziatico sensuale e spietato nel ventre di Tokyo". Infatti "Doromizu" in giapponese significa acqua torbida, fangosa. Mentre in Giappone il mizu-shobai - letteralmente "compravendita dell'acqua" - è quello dell'intrattenimento, con doromizu kaigyou ci si riferisce al mercato del sesso. In generale doromizu è un'espressione che si usa per indicare i quartieri a luci rosse. Mario Vattani, diplomatico italiano, già console generale a Osaka, sceglie il ventre di Tokyo, i quartieri più impenetrabili della città nella quale ha vissuto a lungo, per ambientare il suo primo romanzo.
Ci troviamo in una Tokyo d'inizio millennio, tenebrosa e tentacolare. Il protagonista Alessandro Merisi (Alex) è uno squattrinato venticinquenne italiano, da due anni nella capitale giapponese con un visto di studio. Orfano di madre sin da bambino, è cresciuto a Londra, e la sua mancanza di un'identità precisa si esprime nella passione ossessiva per una cultura totalmente diversa, quella giapponese. Aspirante cineasta, Alex vive il rapporto col Giappone in modo maniacale attraverso il cinema, le donne, e il lungo e doloroso tatuaggio tradizionale irezumi. Una serie di coincidenze lo precipitano in una spirale negativa, una discesa negli inferi verso i luoghi più oscuri e viziosi della capitale nipponica, facendogli perdere amicizie, amori, speranze, e mettendo a rischio la cosa che gli è più cara al mondo.
Veloce e ricca di colpi di scena, la trama si appoggia su uno stile scorrevole e immediato, cinematografico, che porta il lettore a identificarsi col protagonista e lo inchioda alla lettura fin dalle prime pagine, facendogli vivere in prima persona esperienze e situazioni altrimenti difficili da immaginare. L'azione è ambientata molto spesso di notte, ma ad illuminare i demoni – reali o onirici - che popolano questo noir a sfondo giapponese, ci pensa la prosa delicata e sensibile, capace di raggiungere la sua vena più poetica proprio nella descrizione delle situazioni più dure. Doromizu è un romanzo commovente e nel contempo spietato, che costringe il lettore a sdoppiarsi, a reagire a un doppio registro di emozioni. Posiamo il nostro sguardo sui "fuori casta" di un mondo lontano e diverso, e insieme al narratore, ad essi dedichiamo lo spazio emotivo che invece non concediamo mai a coloro che non comprendono le regole della diversità. L'empatia con i personaggi è totale, anche grazie all'antidoto di un'ironia che fa emergere il grottesco dalle situazioni più terribili.
Seguiamo le vicende di Alex, voce narrante del romanzo, ma veri protagonisti sono la Tokyo di Doromizu, e le donne che si incontrano nelle sue pagine. Parola chiave dunque, non può che essere "ventre", insieme centro del piacere e della creazione, unico luogo possibile dove cercare una rinascita che per Alex dovrebbe coincidere con il raggiungimento di una nuova identità.
Il tema drammatico della donna nel mondo dell'intrattenimento, descritta spesso in situazioni difficili e umilianti, è da sempre topico nella letteratura del Sol Levante. In Doromizu, anche quando il comportamento di queste donne appare remissivo o compiacente, loro ci sorprendono: all'atteggiamento freddo ed ermetico di alcune, fa eco la leggerezza di altre, oppure il profondo disprezzo per gli uomini. In tutte loro, l'indipendenza dalle regole della morale (per lo meno di quella occidentale) è però un tratto distintivo, che le rende figure incredibilmente libere.
L'ispirazione del libro nasce dall'immaginario dei film di Kenji Mizoguchi, Tadashi Imai, Yasujiro Ozu, ma anche dei racconti della scrittrice giapponese Ichiyo Higuchi, il titolo "Acqua Torbida" richiama, infatti, il suo celebre racconto Nigori-e. La scelta, la resistenza e il sogno, temi romantico-tragici tipici del teatro del Sol Levante, reggono la struttura del racconto, ma Doromizu non è solo un romanzo giapponese. E' una storia di libertà e di passione, profondamente umana, come lo sono gli archetipi rappresentati dai personaggi, sullo sfondo di un altro tema molto caro alla letteratura nipponica, che oggi appassiona tanti italiani: il piacere del cibo e la sua narrazione.
Mario Vattani è nato a Parigi nel 1966 e ha portato a termine i suoi studi in Inghilterra. Entrato in carriera diplomatica a ventitré anni, ha lavorato negli Stati Uniti, in Egitto, e soprattutto in Giappone. Ha vissuto molti anni a Tokyo, in veste di diplomatico e ricercatore universitario, e in seguito a Kyoto e Osaka, dove è stato console generale. Appassionato della cultura del Sol Levante nelle sue più diverse forme, parla correntemente il giapponese. Per anni ha praticato il tiro con l'arco e il Kendo – la scherma nipponica – di cui è secondo dan.
Fonte - Ufficio Stampa PRS International