“Tarquinia a Porte Aperte” e l’insediamento rupestre di Santa Restituta
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- Categoria: Tarquinia a Porte Aperte - Un Museo nella Città 2015
- Pubblicato Mercoledì, 21 Ottobre 2015 07:52
- Scritto da Redazione
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"Santa Restituta e la Civita Cristiana - Luoghi di culto e vie di pellegrinaggio medievali". Una visita guidata tra le più suggestive ed interessanti, nell'ambito di "Tarquinia a Porte Aperte - Un Museo nella Città", quella proposta per Sabato 24 Ottobre dall'Associazione Culturale Oltrepensiero in collaborazione con gli archeologi dell'Università "La Sapienza" di Roma.
Sarà un'opportunità che consentirà di ripercorrere la storia della Civita cristiana di Tarquinia, dal periodo tardoantico al pieno medioevo, attraverso una particolare narrazione fatta di fonti storiche, documentarie e archeologiche. Saranno letti anche brani di documenti relativi al fondo diplomatico del San Salvatore al Monte Amiata, che si inserisce con le proprie dipendenze nella zona fin dal IX secolo, e si potranno visitare le emergenze archeologiche dell'insediamento rupestre di Santa Restituta, appartenente al nucleo amiatino, così distante dalla casa madre e allo stesso tempo cosí importante in un'area di confine.
Un particolare aspetto, quello dei culti, sarà l'elemento che permetterà di legare il pianoro alla viabilità, riscoprendo le locali vie di pellegrinaggio legate a specifici luoghi sacri. L'analisi della presenza dell'abbazia amiatina ci permetterà di ripercorrere lo sviluppo e la trasformazione di tale tessuto devozionale dal periodo altomedievale a quello tardomedievale.
La visita sarà guidata dall'equipe di archeologi dell'Università "La Sapienza" di Roma che da anni indaga le fasi tardoantiche e medievali della Civita di Tarquinia. L'appuntamento è per Sabato 24 ottobre a Tarquinia, alle ore 15.00 presso il cancello di ingresso all'area archeologica della Civita (Ara della Regina). Per informazioni e prenotazioni alla visita guidata gratuita telefonare al 333.4644284
COME RAGGIUNGERE
IL SITO ARCHEOLOGICO DI SANTA RESTITUTA
(cliccare sulle immagini per ingrandire)
Strada Statale Aurelia Bis Km 6,400 incrocio strada per la Civita (Ara della Regina)
NOTE SULL'INDAGINE ARCHEOLOGICA
Le ricerche avviate nel 1999 dalla Cattedra di Archeologia Medievale dell'Università "La Sapienza" di Roma, sotto la direzione scientifica della prof.ssa Letizia Ermini Pani e poi della prof.ssa Francesca Romana Stasolla, hanno permesso di individuare presso le pendici sud-occidentali della Civita di Tarquinia, un vero e proprio complesso, che si articola in una serie di ambienti ipogei, quali l'aula di culto collegata a due vani interpretabili il primo come romitorio ed il secondo come ambiente di servizio, e un'area funeraria. Uno dei momenti di maggiore sviluppo è quello riconducibile al periodo romanico, quando l'insediamento viene accresciuto con l'ampliamento dell'aula di culto e dell'area funeraria.
Questo tipo di insediamento, che vede nella componente rupestre il suo nucleo originario, trova confronti nell'area alto-laziale con diversi complessi rupestri, tra i quali quelli di Santa Maria del Parto e Santa Fortunata a Sutri, San Giovanni a Pollo a Bassano di Sutri e Santa Maria di Monte Casoli a Bomarzo. Questi esempi mostrano, similmente al caso analizzato, confronti anche per quanto riguarda l'ampliamento delle aule di culto con la costruzione di strutture murarie, ma solo nel caso di Tarquinia lo sviluppo edilizio realizza, attraverso più fasi, un vero e proprio complesso.
L'analisi delle fonti documentarie attesta che gran parte del territorio tarquiniese apparteneva al monastero del San Salvatore al Monte Amiata, già a partire dal IX secolo. Nell'alto medioevo il monastero benedettino opera un'importante politica espansionistica nella Tuscia finalizzata al controllo della viabilità e allo sfruttamento del territorio, attuata attraverso la creazione di celle monastiche poste in punti strategici. Una di queste celle è da identificare con quella di Santa Restituta, oggetto dell'indagine archeologica. La prima menzione della cella di Santa Restituta risale all'816. Con questo documento a Compiégne l'imperatore Ludovico il Pio conferma all'abate Audoaldo l'immunità per il monastero ed il possesso di alcuni beni, come già riconosciute dall'imperatore Carlo Magno.