L’originale, divertente e muto The Bra di Veit Helmer a Tokio
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- Categoria: Tokyo International Film Festival 2018
- Pubblicato Venerdì, 02 Novembre 2018 16:52
- Scritto da Redazione
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(Mariangiola Castrovilli) - Uno dei film che ci ha più divertito per l'originalità assolutamente straordinaria del soggetto è The Bra, del regista tedesco Veit Helmer che, dopo la proiezione si è presentato in conferenza stampa, con i sei attori del cast, tutti di diversa nazionalità. Forse, lavorare con un Onu del cinema, avrebbe potuto far nascere delle difficoltà durante la lavorazione, non foss'altro per la difficile maniera di comunicare all'interno del film, ma siccome non c'è parlato, pur essendoci rumori e suoni non c'è stato bisogno di... sottotitoli.
«Per citare Alfred Hitchcock», ha spiegato, il regista, «le parole in un film tendono a perdersi tra il pubblico. È difficile raccontare una storia senza parole, ma se riesci a concepirne una che ti faccia dimenticare che non c'è dialogo, penso che si possa creare una nuova esperienza per lo spettatore. Questo infatti non è un film muto, perché c'è suono e musica. Può essere così mostrato in qualsiasi parte del mondo senza doppiaggio o sottotitoli. E credo che questo possa rispondere al concetto di un film universale».
L'immediatezza di The Bra si riduce allo stile del racconto, che, come lo descrive Helmer, è stato creato in circostanze di 'guerriglia'. Nel cast Paz Vega, Denis Levant, Miki Majlovic, Chulpan Khamatova, Maia Mongestern, Boriana Manoilova, Safora Safarova e Frankie Wallach. L'attrice spagnola Paz Vega ha descritto le riprese come «elettrizzanti e pericolose. Dovevamo girare le scene del treno con un vero treno che attraversava quegli spazi angusti. Passavano ogni 20 minuti, immaginate quanto potesse essere stressante, ma, allo stesso momento, anche emozionante».
Helmer il regista, ci ha poi detto di preferire la tecnologia 'analogico-digitale', motivo per cui ha molto amato questi treni, «mostruose mostruosità dell'era sovietica. Abbiamo costruito l'intero film attorno all'idea di queste immense macchine che si muovono attraverso lo spazio ristretto di questo piccolo quartiere. Mi rendo conto in effetti di quanto sia scioccante da guardare».
L'attore francese Denis Lavant - indimenticabile protagonista di molti film di Leos Carax - che qui interpreta l'apprendista ingegnere, in passato ha già lavorato con Helmer. Gli abbiamo chiesto se lo stile del regista sia molto cambiato nel corso degli anni «Direi che non cambia mai. E, credo che debba essere difficile, perché spesso è impossibile stare al passo con la sua immensa energia». E, in effetti, vedendo il film, l'energia sembrava difficile da mantenere, perché hanno girato a più di duemila metri sul livello del mare. Come ha spiegato Helmer, «Nel villaggio in cui viveva l'ingegnere, c'era solo una doccia per tutto il cast e la troupe. Dovevamo portare tutto lì perché non avevano niente, e poi abbiamo dovuto finire tutte le scene prima che arrivasse la neve».
L'attrice francese Frankie Wallach, ha poi raccontato di come la città abbia reagito alla loro presenza, «Nel film c'era una scena in cui dovevo ballare seminuda. Ad un certo punto, la notizia si è diffusa in tutta la città, causando un bello scandalo, che ci ha portato ad un'altra visita della polizia».