Preoccupazioni a Roma dell’Istituto Internazionale di Studi Giuseppe Garibaldi per la statua sul Gianicolo già colpita nel '44 da un altro fulmine
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- Pubblicato Venerdì, 21 Settembre 2018 14:35
- Scritto da Cinzia Dal Maso
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(Cinzia Dal Maso) - Il fulmine che all'alba del 7 settembre scorso ha danneggiato il basamento della statua di Giuseppe Garibaldi sul Gianicolo non ha colpito solo un monumento, ma un'immagine simbolica, l'idea stessa della nostra unità nazionale. Per questo l'Istituto Internazionale di Studi "Giuseppe Garibaldi" esprime tutta la sua preoccupazione per l'entità del danno e per i tempi del restauro di un'opera di valore sia storico che artistico, eseguita dallo scultore toscano Emilio Gallori, la cui realizzazione fu deliberata dal Parlamento italiano e dal comune di Roma il 2 giugno del 1882, lo stesso giorno in cui Giuseppe Garibaldi moriva a Caprera.
Fu scelto di collocarla all'epicentro del Gianicolo, dove nel giugno del 1849 c'era stata la disperata resistenza dei difensori della Repubblica Romana all'assedio delle truppe francesi comandate dal generale Oudinot: uno dei momenti più alti e significativi del nostro Risorgimento. L'inaugurazione del monumento all'Eroe dei due Mondi ebbe luogo il 20 settembre 1895 durante i solenni festeggiamenti del venticinquennale della breccia di Porta Pia.
Giuseppe Garibaldi vi è raffigurato a cavallo, assorto e pensoso. Sui lati del basamento sono i gruppi allegorici dell'Europa e dell'America e due realistiche scene di battaglia: Luciano Manara con i suoi bersaglieri in un attacco alla baionetta durante l'assedio di Roma e i garibaldini impegnati a Calatafimi.
«Il Gianicolo - spiega il prof. Franco Tamassia, direttore dell'Istituto Internazionale di Studi "Giuseppe Garibaldi" - dopo il Palatino, costituisce uno dei luoghi della Roma di ogni epoca dove la sacralità è più intensa e le valenze misteriche coinvolgono il visitatore di ieri e di oggi in un dialogo con le grandi anime del passato. Agli esordi del Risorgimento, la Repubblica Romana ha reso più intensa questa sacralità e il successivo pensiero laico risorgimentale ha ispirato la ricostruzione e la costruzione di un tessuto organico di monumenti dal quale emana, sulla visione di Roma che si stende ai piedi del Colle, una severa ammonizione per la coscienza etica e politica degli italiani».
«Un bene così prezioso deve essere tutelato con ogni mezzo e immediatamente risanato, anche per evitare danni peggiori», ribadisce il dott. Giuseppe Garibaldi, presidente dell'Istituto e pronipote dell'Eroe. «La posizione elevata e la presenza di un ingente quantitativo di metallo aumentano per il monumento le probabilità di essere colpito da una folgore. D'altronde non sarebbe la prima volta - spiega Garibaldi - dal momento che abbiamo ritrovato nell'Archivio dell'Istituto un prezioso documento che testimonia come nel novembre del 1944 si fosse verificato un fatto analogo. Era stato proprio il nostro Istituto - che allora prendeva il nome di Società Giuseppe Garibaldi - a promuovere, nell'ottobre dell'anno seguente, una sottoscrizione, viste le precarie condizioni finanziarie del Paese, appena uscito dal secondo conflitto mondiale».
Riportiamo alcuni brani del volantino:
"Il monumento a Giuseppe Garibaldi sul Gianicolo, colpito da fulmine nel novembre scorso, minaccia di crollare nella parte posteriore.
A detta dei tecnici, per le riparazioni, occorrono non meno di 500.000 lire.
Il Municipio, per le sue note condizioni finanziarie, non può imporsi tale spesa; inutile fare appello ai componenti organi statali.
MA LE RIPARAZIONI SONO URGENTI.
Far trascorrere altro tempo senza avervi provveduto, potrebbe segnare la catastrofe della magnifica opera d'arte del GALLORI, che in altri tempi la democrazia italiana volle innalzato su quel SACRO COLLE, quasi a NUME TUTELARE DELLA PATRIA.
Ci rivolgiamo pertanto alla generosa solidarietà degli italiani degni di questo nome.
...
La generosità del popolo nostro faccia in modo che l'EROE, già SUO RAPPRESENTANTE ALLA COSTITUENTE ROMANA del 1849, domani ben saldo in arcioni, possa spiritualmente presiedere LA COSTITUENTE ITALIANA che darà alla nostra Patria quel regime di democratiche libertà da LUI costantemente auspicato, col pensiero e con l'azione..."
«E questo è solo uno dei documenti presenti nel nostro Archivio», conclude Giuseppe Garibaldi. «Alcune delle carte, ancora inedite, risalgono all'ultimo quarto dell'Ottocento. Per questo aspettiamo con ansia il momento in cui tutto questo prezioso materiale potrà essere consultato da studiosi e appassionati di storia, nella rinnovata sede dell'Istituto, in piazza della Repubblica 12».