La Festa del Cinema di Roma al suo quarto giorno tra sorprese ed un programma di grande interesse
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- Categoria: FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2019
- Pubblicato Domenica, 20 Ottobre 2019 18:35
- Scritto da Mariangiola Castrovilli
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(Mariangiola Castrovilli) - Tempus fugit, dicevano gli antichi, e se correva per loro che avevano ritmi di vita differenti, per noi, pensare che voli è solo un eufemismo. Soprattutto in tempo di Festival del Cinema, da Cannes a Toronto, passando per Tokio, Mardelplata, Istambul, Namur ed in questi giorni con la Festa del Cinema di Roma, che nei suoi primi tre giorni ha fatto i fuochi d'artificio, con un programma mai così bello e così giusto come quest'anno, grazie al gusto ed alla grande competenza del suo direttore, il giornalista, regista e scrittore Antonio Monda e del suo staff, che non ci ha fatto rimpiangere appunto, gli altri Festival di cui siamo assidui frequentatori.
La Festa del Cinema di Roma corre veloce con un programma di grande interesse, che, ogni giorno, ci regala nuove sorprese. Una scelta accurata, questa targata 2019, dei film più interessanti usciti nel mondo, che sta vedendo un successo di pubblico decisamente superiore a quello degli altri anni.
Quattro i lungometraggi presentati oggi, nella Selezione Ufficiale, Il ladro di giorni di Guido Lombardi, Drowning di Melora Walters, Honey Boy di Alma Har'el e Rewind di Sasha Joseph Neulinger.
Molto interessante il nuovo lavoro del regista e sceneggiatore Guido Lombardi, già protagonista, con Take Five, la sua seconda opera, alla Festa. «Il ladro di giorni è il racconto di un incontro tra un bambino che muove i primi passi nel mondo e quello di un uomo che ci ritorna dopo anni di carcere - ha detto l'autore - incontro tra un figlio che ha quasi dimenticato di avere un padre e un padre che stenta a riconoscere in quel bambino suo figlio».
Il ladro di giorni, racconta di Salvo che, ad undici anni, vive con gli zii in Trentino. Il giorno della sua Prima Comunione, mentre sta giocando a pallone con gli amici, ecco arrivare a bordo campo un uomo, suo padre Vincenzo. Salvo quasi non lo riconosce. Infatti è da sette anni che non lo vede, esattamente dal giorno del suo arresto in Puglia, quando, due carabinieri erano venuti a portarlo via dalla loro casa. Vincenzo che adesso è uscito di prigione, dice di voler passare qualche giorno con il figlio e parte con lui verso il sud. Durante questo viaggio lungo l'Italia, scandito da molti incontri e ricordi, Salvo imparerà a conoscere suo padre ma dovrà fare i conti anche con i suoi segreti e il suo passato.
In sala Petrassi poi, per Tutti ne parlano, hanno presentato il raffinato lavoro di Nicolas Bedos, La Belle Époque, un lungometraggio che è stato tra le sorprese più apprezzate della stagione, come trattare cioè, in un film pieno di patos, il tema della nostalgia con ironia ed originalità.
Presentato da Fanny Ardant, La Belle Époque, è un lavoro che racconta di Victor, un uomo all'antica, che non riesce a accordarsi e capire il presente digitale. Ma quando un eccentrico imprenditore gli propone di rivivere il giorno più bello della sua vita - grazie all'uso di scenografie cinematografiche, comparse e un po' di trucchi di scena - Victor non avrà dubbi. Tornerà infatti a Lione il 16 maggio del 1974, giorno in cui ha incontrato la donna della sua vita, impersonata da Fanny Ardant, una delle icone del cinema francese. La Ardant, dotata di una intelligenza vivida e di una bellezza raffinata, si è imposta come protagonista ideale di drammi sentimentali ricchi di spessore psicologico, interpretando sovente personaggi sfaccettati ed enigmatici, caratterizzati, il più delle volte, da una splendida ed insolente... sensualità. Una fantastica icona dicevamo, che noi ricordiamo sempre nel bel film di François Truffaut La signora della porta accanto, accanto a Gérard Depardieu.