Luca Babareschi e “Una tigre del Bengala allo zoo di Baghdad” riaprono l’Eliseo di Roma
- Dettagli
- Categoria principale: OltreNews PressAgency
- Categoria: Teatro
- Pubblicato Domenica, 27 Settembre 2015 18:27
- Scritto da Mariangiola Castrovilli
- Visite: 6815
Riapre il Teatro Eliseo di Roma, chiuso nel novembre del 2014. Il glorioso teatro capitolino diventerà un polo di eccellenza, un circolo di competenze non solo generato dall'arte e dalla sua funzione, ma adatto ad ampliare le possibilità di offerte culturali, scientifiche e d'intrattenimento, in un contesto che privilegerà l'interazione sociale grazie anche ai tredici progetti speciali che affiancheranno il programma della prima stagione. Protagonista della rinascita del teatro nella sua storica sede di Via Nazionale, l'artista, attore ed ex-deputato Luca Barbareschi che ha investito nel progetto quattro milioni e mezzo di euro.
Nel servizio video di Mariangiola Castrovilli la presentazione dello spettacolo inaugurale della Stagione 2015 -2916 che vedrà in scena (dal 29 settembre all'11 ottobre) "Una tigre del Bengala allo zoo di Baghdad" del commediografo americano Rajiv Joseph, a Roma per l'occasione, con Barbareschi nei ruoli di regista e attore e che nel filmato proposto vediamo insieme all'autore (tradotto dalla nota Olga Fernando), al cast e all'assistente di regia Nicoletta Robello Bracciforti. La pièce è interpretata da Denis Fasolo, Andrea Bosca, Marouane Zotti, Hossein Tahaeri, Sabrie Khamiss, Nadia Kibout. Scene di Massimiliano Nocente, costumi di Andrea Viotti, luci di Jurai Saleri, musiche di Marco Zurzolo. Trucco e parrucco realizzato da Rocchetti & Rocchetti. Produzione Casanova Teatro.
La rappresentazione in prima nazionale parla di una «Baghdad devastata dalla guerra. Due marines americani sono messi a guardia di una tigre in uno zoo della città. È rimasta solo lei (la Tigre): i leoni sono tutti morti, prima fuggiti e poi uccisi come in un videogame da soldati che non esitano a sparare e a depredare. Tom, uno dei due marines, dal palazzo di Saddam ha portato via un water d'oro e lo ha sepolto sottoterra sperando di venderlo su eBay, dal corpo del figlio del dittatore ha rubato una pistola-trofeo. La prima vittima di quell'arma è proprio la tigre, provocata con uno snack e poi uccisa per aver reciso di netto la mano del soldato. Come nel giorno della cattura, la tigre è stata di nuovo tradita dal suo istinto. Le subentra il suo fantasma, il suo spirito morale, animato dal pressante desiderio di sapere come Dio possa fare finta di nulla in un luogo così corrotto».
Finalista del Premio Pulitzer 2010, "Una tigre del Bengala allo Zoo di Baghdad" è la visione di Rajiv Joseph degli irrisolti problemi etici del terzo millennio, una riflessione "selvaggiamente divertente" come è stata definita dal New York Times.