Incontro con Alviero Martini
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- Pubblicato Giovedì, 07 Aprile 2016 01:56
- Scritto da Mariangiola Castrovilli
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di Mariangiola Castrovilli
(Milano) - Alviero Martini, un nome che evoca il sogno, l'avventura e la voglia di evadere lontano, così lontano da arrivare fino ai più estremi confini del mondo... come? Magari guardando la borsa che portiamo in spalla, tirandone fuori il portadocumenti, la patente, o semplicemente il portachiavi... O guardandoci in giro soffermando lo sguardo sui numerosi accessori che abbiamo disseminati un po' dovunque per casa... e fuori, perché Alviero è un uomo dal multiforme ingegno.
Debutta infatti come attore in teatro con Gassman, e poi illustratore, disegnatore di moda, costumista... tante anime e tutte separate.
Alviero, come nasce questa tua magica intuizione della cartina e, soprattutto, ALV Andare Lontano Viaggiando o anche Amare La Vita che porta la gente a sognare...? «Sin da piccolo, a otto anni, a tutti quelli che mi chiedevano la solita frase che si fa ai bambini 'cosa farai da grande?', rispondevo che avrei pilotato un aereo, guidato una corriera, o magari fatto il macchinista sui treni. Insomma ero già attratto da tutto ciò che concerneva il viaggio. Ma un giorno alla cresima di una cuginetta, una lontana parente, mi rivolse, con un'aria petulante, la solita domanda... E fu da allora che cambiai la risposta "Non lo so, ma so che farò qualcosa che non ha mai fatto nessuno prima, qualcosa di unico!"... 'Come siamo presuntuosi! - commentò la signora mentre le traballano le perle intorno al collo - e cosa sarebbe questo qualcosa di unico ?'... "Se lo sapessi, lo avrei già fatto", risposi con un sorriso angelico. Una risposta lapidaria, che allontanò, piccata, la signora con gonna blu, camicetta con i pizzi e la catenella d'oro che adornava gli occhiali...».
Idee chiare fin da bambino Alviero... «A dire il vero non so perché abbia dato quella risposta, ma il perché mi è stato poi chiaro 30 anni dopo, quando ho inventato la linea Prima Classe con le carte geografiche. In quei trent'anni, trascorsi a fare mille mestieri, misuravo ogni cosa, con sempre in mente il mio impegno. Abbandonando molti dei miei lavori, perché non erano unici. Erano già stati fatti e per me quindi, superati... Ho determinato il mio destino ad otto anni con una frase molto impegnativa, alla quale però ho sempre prestato attenzione, considerandola il punto fermo dei miei percorsi. "Lo hai detto? - mi dicevo - ed ora devi farlo!". Regola seguita con determinazione, rigore, disciplina, e tanto entusiasmo».
Ecco allora in arrivo la carta geografica... «Esattamente. La carta geografica mi ha fatto conoscere nel mondo intero come stilista viaggiatore, e quando nel 2005 ho lasciato la mia ex azienda di cui ero il fondatore, per divergenze di visione con i soci intervenuti a rafforzare il marchio. Non ero infatti d'accordo sul progetto di farne un brand da spremere. Io volevo infatti un Marchio che avesse la valenza della storia vera che mi portavo dietro, e che ho trasferito in ALV, che sta per Andare Lontano Viaggiando, dove ho ideato un disegno che racchiudesse tutti i timbri dei miei passaporti, che per me erano conquiste, frontiere superate, nuove culture conosciute, e quel Clak del timbro sul passaporto mi ha sempre fatto sognare. E che, ancora oggi, mi da una forte emozione... Un lasciapassare per il mondo. Paradossalmente, come succedeva con le carte dove molti, amici o conoscenti mi indicavano una località da loro visitata, ma che ancora mancava al mio diario di viaggio. Spesso infatti mi mostrano timbri che ancora non ho, nonostante i numerosi viaggi... Ma non me li farò mancare! Andrò Lontano Viaggiando, e via a tanti... nuovi timbri!».
Alviero, tu che fai sognare tutti noi, adesso, cosa sogni? Cos'è che mette in moto adesso la tua fantasia ormai senza confini? «Per fortuna sono un sognatore ad occhi aperti, dove i sogni notturni sono accessori... mentre quelli diurni sono l'adrenalina che mantiene vivo il mio entusiasmo. Che mi spinge a nuove avventure. Che mi ha fatto integrare nel mondo nella maniera più naturale, e cioè rispettando se stessi e le culture altrui. Sogno questo mondo, ormai avviato ad una integrazione senza fine, ma con un senso di appartenenza alla propria cultura nella quale si nasce, ma capace di adattarsi agli usi e costumi del paese che hai scelto come dimora. Sono molto addolorato quando sento quotidianamente di sbarchi infelici, di gente che fugge dalle guerre, ma altrettanto sorpreso davanti ad atteggiamenti di chiusura mentale, di coloro che non accettano i nostri stili di vita, e contestandoli, creano un disagio sociale, che non è nostro, ma spesso è proprio il loro essere integralisti che non permette una condivisione fraterna del territorio che ti ospita. Le comunità Cinesi sono da anni presenti sul nostro territori. Anche loro hanno difetti e pregi. Ma non dimenticano mai che vivono in Italia, così rispettano il nostro Paese. E non si è mai sentita, da parte loro, una presa di posizione estrema, un conflitto, una volontà esagerata di modificare la nostra cultura. Sogno un mondo nel quale possa andare in Estremo Oriente, in Sud America o chissà dove... portando me stesso senza snaturami, ma adeguandomi agli usi e costumi locali. Scherzando potrei dire che non impongo il Loden a Rio, o pretendo che il sashimi sia fatto alla piastra...».
E parliamo dell'Alviero indomito, quello generosamente controcorrente, che, quindici anni fa, dopo appena due mesi dal crollo delle due torri al World Trade Center, va ad aprire una nuova boutique a Madison Avenue, proprio nel cuore di New York da dove tutti stavano fuggendo. Noi, allora, eravamo sullo stesso aereo con Alviero diretti a NY per documentare per la Rai, il coraggio di un imprenditore italiano, un uomo che va ad investire in una città in cui la paura stava facendo il deserto... «Per la verità il fato mi aveva preso in contropiede... avevo firmato il contratto per un prestigioso spazio su Madison già ad aprile del 2001 e l'apertura era prevista per novembre... I fatti dell'11 settembre hanno sconvolto il mondo ma non i nostri piani. Ed il 19 novembre abbiamo aperto. E' vero sono stati anni difficili, la città era sotto schock, ma non abbiamo rinunciato a stare al fianco di un popolo, ma direi del mondo intero ferito, chiuso e spaventato. Abbiamo anche aperto di recente a Kuwait City, e Ryhad, non certo per spirito di sfida, ma per distinguere i fatti di cronaca dal business. La gente ha voglia di vivere, e anche bene, a dispetto di una comunità che mira a distruggere il nostro sogno... la libertà, conquistata in anni di civilizzazione... E la paura può destabilizzare, ma non soffocare i sogni...».
Alviero, molte cose sono cambiate da allora, e non si contano più le città del mondo dove c'è almeno un tuo punto vendita. Quali sono le tue mete adesso che hai ormai il mondo a portata di mano, quali i desideri nascosti e non ancora realizzati? «E' vero, il panorama economico commerciale è mutato repentinamente. Sono crollati mercati. Altri si sono ridimensionati in modo spaventoso. Ed anche il consumatore è cambiato anche a causa di una reale situazione di destabilizzazione, andando a cercare, purtroppo, un prodotto sempre più economico. Così i produttori, stilisti compresi, hanno ceduto alle lusinghe di delocalizzare le produzioni, portando sui nostri mercati prodotti eticamente non sostenibili, prodotti in condizioni umane non accettabili... Soprattutto però, regalando il nostro bene più prezioso, il know how del Made in Italy, svuotando così la filiera produttiva del nostro Paese, diseducando il pubblico, azzerando la qualità a favore di un prezzo molto più vantaggioso. La nostra cultura del gusto, del bello, del fatto a mano, poteva sì avere mutamenti, ma non cosi catastrofici. Il proliferare del basso costo ha generato una maleducazione all'uso corretto della moda che definirei spaventosa. Non è tardi per riprendere in mano le redini di Leader mondiali del BUON GUSTO. Magari con più corporativismo che individualismo che, mi spiace dirlo, impera nel settore della moda. Perché dovremmo essere proprio noi i primi ad apprezzare il nostro Made In Italy, che non sarà mai anacronistico!».
Vittorio Sgarbi ha detto di te 'Alviero non conosce i limiti delle mode, perché le supera' mentre l'Art Galery di Milano ti ha dedicato il 6 aprile, la splendida mostra intitolata ai tuoi "50 anni di attività tra grafica, arte e design"... «Da alcuni anni, Salvo Nugnes, direttore e proprietario della Milano Art Gallery, mi sollecitava per ospitare una mostra nel suo prestigioso spazio. Ero reticente, perché non ho Opere artistiche, ma Lavori di grafica, e quando il geniale Sgarbi, che dell'arte conosce tutte le sfaccettature, ha ben chiarito, che seppure arte grafica, arte applicata, è comunque un'arte visiva capace di dare al visitatore infinite sensazioni. Nel mio caso, tutto è partito dall'aver ritrovato il mio primo lavoro commissionato e remunerato fin da quando avevo 16 anni. E dunque, adesso nel 2016, sono trascorsi 50 anni, sempre con le matite colorate in mano. Cinquant'anni che hanno prodotto una quantità disparata di lavori, molto diversi tra loro, ed il visitatore è stato sorpreso nel vedere una quantità cosi variegata di lavori. Molte prove e molti tentativi di nuovi percorsi... TUTTI RIGOROSAMENTE FATTI A MANO! Sono nato prima dell'era del computer ed ho imparato tutte le tecniche manuali, e sebbene oggi usi mezzi più veloci rispetto ad una matita, il primo disegno lo faccio tutt'ora mano. Quando si parla di grafica, si pensa inevitabilmente al computer che, con tutti i suoi programmi meravigliosamente magici, trasforma in pochi secondi colori, distorce o aggiusta le figure con un click, ma nulla ha a che fare con il fascino del fatto a mano. E continuerò per sempre a spuntare matite, a temperare pastelli, a tracciare con pennarelli silhouette di qualunque cosa mi venga chiesto. Mano e creatività connesse, FOREVER!».
50 anni tra Grafica, Moda e Disign di Alviero Martini in mostra alla Milano Art Gallery. L'esposizione, allestita nello spazio culturale di via G. Alessi della capitale lombarda diretto da Salvo Nugnes, curata dal Prof. Alberto D'Atanasio, inaugurata il 6 Aprile rimarrà aperta al pubblico fino al 15 maggio 2016. Nel servizio video che vi proponiamo alcuni momenti della serata di apertura. Nel corso del vernissage l'intervista al noto stilista ideatore del marchio ALV, Andare Lontano Viaggiando.
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