I suoni e la musica degli strumenti a fiato dell’Antica Europa a “Tarquinia a Porte Aperte” con l’EMAP
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- Categoria: Tarquinia a Porte Aperte - Un Museo nella Città 2015
- Pubblicato Mercoledì, 11 Novembre 2015 10:56
- Scritto da Redazione
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Con la regia a Tarquinia, nel cuore dell'Etruria, l'EMAP è un viaggio nel tempo che parte dal Paleolitico Superiore (circa 40 mila anni prima di Cristo) e attraverso le civiltà classiche che hanno abitato il Mediterraneo, il Centro e il Nord dell'Europa arriva fino al Medioevo.
In bilico tra archeologia e arte (della musica, ma non solo), scienza e creatività, con un approccio che sfrutta le nuove tecnologie del sound design e delle immagini tridimensionali per rendere leggibili e "udibili" gli strumenti musicali che circolavano nell'antica Europa. Molto tempo prima che il Vecchio Continente diventasse tale, prima che la nascita dell'Unione Europea sancisse questa comune appartenenza, prima che la cosiddetta e a questo punto anche presunta "storia della musica" avesse inizio.
In occasione di "Tarquinia a Porte Aperte" la città tirrenica ospita di nuovo il gruppo di esperti che si propone, appunto, di riorganizzare il patrimonio strumentale musicale europeo che vede coinvolte 10 tra le più importanti istituzioni di sette diverse nazioni. Un concerto, ma al contempo anche una lezione tecnica ed un viaggio tra storia e tradizioni, con le ricostruzioni di antichi strumenti, principalmente a fiato, si terrà venerdì 13 novembre, alle ore 19, presso la Sala Consiliare del Comune.
Tre anni dopo aver vinto a punteggio pieno il bando culturale più prestigioso dell'Unione Europea e a pochi mesi dal primo allestimento della grande mostra interattiva nella quale confluiranno tutte le sue attività, l'EMAP (European Music Archaeology Project) presenta le prime prove "sonanti" delle più antiche radici comuni del continente. Quelle musicali, appunto. Grazie al lavoro di un team internazionale di musicisti, archeologi, artisti e artigiani-scienziati, che ha permesso di ottenere le prime repliche d'altissimo livello di determinati strumenti musicali in uso tra gli Etruschi, i Celti e i Romani. Grazie al concorso di arte, scienza e tecnologia che ha permesso di riportarne in vita la forma e soprattutto la "voce", un tassello essenziale se si vuole comprendere appieno il ruolo artistico e sociale che questi strumenti svolgevano in seno alle antiche civiltà europee.
Ecco dunque gli spettacolari carnyces delle armate celtiche e in particolare il carnyx di Tintignac su cui ha lavorato Jean Boisserie con il sostegno della Municipalità di Naves, strumento "star" dell'Ancient Brass Project affidato alle cure dell'istrionico John Kenny; ecco la tromba celtiberica in terracotta di Numanzia su cui si è focalizzato il lavoro dei ricercatori coordinati da Alfredo Jimeno all'università di Valladolid; ed ecco i due nuovi esemplari di lituus ricostruiti in Scozia, da John Creed, anche sulla scorta delle analisi condotte dal Laboratorio di Diagnostica "Michele Cordaro" dell'Università della Tuscia, che hanno svelato in parte i misteri legati alla composizione del metallo e alle tecniche di lavorazione impiegate dagli Etruschi nella costruzione di questa maestosa tromba, amata anche dai Romani; ecco il cornu di Pompei; ed ecco infine i "doppi flauti" indagati, ricreati e "risuonati" nell'ambito dell'Auloi/Tibiae Revival Project.
Sono i primi, incoraggianti e per certi versi entusiasmanti risultati prodotti dalla serie di convegni, laboratori, workshop, performance, studi specifici che l'Emap ha realizzato fin qui tra Italia, Regno Unito, Spagna, Germania, Austria, Svezia, Cipro. Mentre si lavora alle riprese e alle prime registrazioni audio che documenteranno tutte le fasi del progetto, ma soprattutto alla definizione degli elementi che andranno a comporre la mostra ARCHÆOMUSICA - The Sounds and Music of Ancient Europe, che debutterà nel giugno 2016 a Ystad, in Svezia, per poi spostarsi progressivamente negli altri paesi europei da cui provengono le istituzioni coinvolte nell'EMAP.
L'EMAP si è classificato primo nello Strand 1.1 dell'Education, Audiovisual and Cultural Executive Agency (EACEA). Le sue attività sono quindi sostenute da fondi dell'Unione Europea e dal self-financing delle istituzioni coinvolte.
Fonte: EMAP communication
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