Otello Zacchini… dieci anni dopo. Per il mondo imprenditoriale di Tarquinia un vuoto ancora incolmabile
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- Pubblicato Lunedì, 28 Ottobre 2019 03:38
- Scritto da Giulio Carra
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(Giulio Carra) - «Niente è impossibile» diceva «tutto dipende dalla nostra tenacia e determinazione nel trascorrere del tempo». Un Uomo che ha permesso al mondo imprenditoriale di Tarquinia di prendere sempre più coscienza del proprio ruolo precorrendo i tempi con le sue coraggiose intuizioni. Il suo carattere indomito ha permesso in via mediata o diretta a lanciare iniziative prettamente commerciali, turistiche e di richiamo per questa città, ma soprattutto ha insegnato a non demordere mai, nella vita come nelle aziende, e che nulla è mai perduto.
Dopo dieci anni dalla sua improvvisa scomparsa ci piace ancora ricordarlo così con queste parole che ci fanno riflettere, che sono un pungolo a non desistere qualsiasi cosa facciamo, a non soccombere difronte alle difficoltà e allo stesso tempo ad essere da sprone per intraprendere anche la più difficile delle iniziative o avviare il progetto apparentemente più impraticabile. Dieci anni nel corso dei quali uno tsunami economico e politico e di trasformazioni sociali ha finito con il travolgere, seppur sotto aspetti diversi, quasi tutti e tutto.
Dell'effervescenza commerciale di quegli anni, quando si viaggiava con velocità a progressioni esponenziali, è rimasta soltanto la polvere di iperbolici entusiasmi che portarono prima all'espansione commerciale specializzata, fino ad arrivare, poi, alla sua infinitesimale frammentazione. A farne le spese il mondo imprenditoriale quello medio - piccolo al quale Otello Zacchini, perché è di Lui che stiamo parlando, ha appartenuto interpretandolo, per più di 20 anni consecutivi, in modo agguerrito e dignitoso, singolarmente nelle proprie aziende, e in modo collettivo come presidente dell'Associazione Operatori Commerciali Tarquiniesi, membro della Giunta della Confcommercio di Viterbo e più volte componente della locale (allora ancora esistente) Commissione Comunale al Commercio e socio fondatore dell'Ente Fiera Hermes come dell'AssoGestoriTop16.
Dalle sue intuizioni, unitamente alla volontà di altri imprenditori, sono nate realtà che ancora oggi assicurano, nonostante tutto, alla Città di Tarquinia indotti economici ed occupazionali di rilievo come il Consorzio Insediamenti Commerciali Tarquiniesi ed il Centro Commerciale Top16 (il primo nella storia nel triangolo geografico tra Grosseto, Viterbo e Roma) ancora oggi, al di là della sua valenza economica, la più grande opera edilizia mai realizzata in città nell'arco degli ultimi 500 anni (mezzo millennio) dopo il Palazzo Vitelleschi sede di uno dei più grandi musei archeologici internazionali.
Ma vale la pena soffermarsi anche nella proposizione di alcuni progetti ed iniziative frutto di complesse elaborazioni politiche e di sinergie tra sodalizi e quella che per anni è stata l'associazione primigenia di tutte le associazioni locali a carattere imprenditoriale che si sono succedute nel tempo: l'Associazione Operatori Commerciali Tarquiniesi.
Per il suo particolare impegno e la specifica incisività che lo contraddistinguevano fu creato il più grande parcheggio cittadino fino ad oggi mai realizzato a ridosso della cinta muraria medievale tra Porta Garibaldi e Porta Clementina e il complesso delle Scuole Elementari Corrado e Mario Nardi. La sua disponibilità contribuì a far organizzare per anni un Carnevale impostato sulla realizzazione di spettacolari carri allegorici e grazie anche alle sue battaglie portate avanti a nome della categoria dei commercianti a restituire, dopo anni e anni, la Fiera delle Merci al Centro Storico a seguito del suo spostamento, insieme alla Mostra Mercato delle Macchine Agricole, al Lido. Il riferimento esplicito è a quella "Tarquinia in Festa" di cui oggi, purtroppo, non si ha più traccia. Fu il primo tentativo organico di trasformare una normalissima fiera di merci con espositori provenienti solo da fuori città, in una vetrina pubblicitaria e di partecipazione dedicata al mondo dell'imprenditoria locale a tutti i livelli (negozi, artigiani, agricoltori, florovivaisti) mettendo in primo piano gli artisti ed i laboratori dei ceramisti locali di riproduzioni etrusche con la loro partecipazione diretta in fiera esponendo le loro opere e realizzandole dal vivo lungo la direttrice di Piazza Cavour - Corso Vittorio Emanuele con ambientazioni e allestimenti (il famoso Tempio e le pedane con colonne). Impianto fieristico forse da riprendere considerando tutti gli adeguamenti opportuni ai tempi attuali.
Come forse pure varrebbe la pena riprendere in attenta valutazione un altro progetto che a suo tempo, più di una ventina di anni fa, fu presentato al Comune dall'allora Associazione Operatori Commerciali, a seguito di una sua proposta e idea ma che, purtroppo, non ha avuto mai seguito. Quello di presentare Tarquinia nell'Italia Centrale come polo di interesse commerciale facendo perno, oltre che sulla cultura e gli aspetti naturalistici (Museo Archeologico, Tombe Etrusche, il Mare), anche sull'allora elevatissimo numero nel territorio di negozi e attività commerciali in genere, la Grande Distribuzione, il Centro Commerciale Top16, e le aree artigianali e commerciali ubicate tra l'allora Statale Aurelia (oggi tratto dell'Autostrada A12) e la linea ferroviaria Genova-Pisa-Roma. Proprio queste aree, soprattutto nelle domeniche e nei giorni festivi, avrebbero potuto costituire il grande polmone dei parcheggi serviti da navette gratuite che avrebbero portato i visitatori in quattro direttrice ben definite: Il Centro Storico, le Aree del Paparello e della Clementina, il Top16 e Tarquinia Lido. Ovviamente il presupposto era quello che l'intera rete commerciale rimanesse aperta in quei giorni per offrire un servizio, al di là del turismo, a tutti gli abitanti della Bassa Toscana e dell'Alto Lazio. Progetto che naufragò anche per le resistenze di ampie sacche imprenditoriali che vedevano nell'iniziativa quasi un esclusivo beneficio rivolto alle singole aziende di Otello Zacchini, mascherando così miopie stupide unite ad inquietanti gelosie delle quali si pagano ancora le pesanti conseguenze.
Altrettanto prorompente, provocando robuste reazioni, fu la proposta di trasferire la Mostra Mercato delle Macchine Agricole di Tarquinia Lido in alcune aree delle zone artigianali e commerciali recuperando gli spazi e le strutture dell'ex Centro Chimico Militare (lungo la Provinciale Porto Clementino) con i suoi capannoni ed una prospicente zona di possibile utilizzo. Si sarebbe potuto creare una vera e propria Area Fieristica permanente polivalente che avrebbe potuto ospitare in via continuativa mostre, rassegne, esposizioni e saloni di carattere nazionale e internazionale.
Nell'ambito di questo contesto seppur in tempi diversi non può essere dimenticata quella prorompente incisività che lo contraddistinse portando avanti una delle più importanti sinergie cittadine che oltre alle associazioni autonome locali dei commercianti coinvolse Il Comune e le organizzazioni provinciali della Confcommercio e della Confesercenti. Facendo riferimento al recepimento di alcune normative europee si approdò all'emanazione di una delle prime ordinanze pilota in tutta Italia che permise di fatto nel territorio di Tarquinia alla liberalizzazione degli orari dei negozi e alla possibilità che potessero aprire anche la Domenica e nei giorni Festivi cercando così di allineare la città ai più moderni standard di offerta dei servizi a carattere commerciale sia a livello interno che turistico.
Indimenticabili le sue battaglie per poter assicurare all'interno dell'Amministrazione Comunale la presenza in via permanente di un Delegato al Commercio (una sorta di Assessore senza portafoglio) che fosse espresso direttamente dalle categorie imprenditoriali portando direttamente all'interno del massimo consesso cittadino (Consiglio Comunale) la voce e le istanze dei gruppi economici.
Non tutti ricordano che la prima operazione pubblicitaria della manifestazione "Tarquinia Città dei Presepi" e le iniziative ad essa legate nacque da una sua intuizione. Una tradizione, più che uno slogan, ancora alla ribalta nata nella metà degli anni '80 a seguito di una collaborazione tra l'allora Associazione Operatori Commerciali Tarquiniesi, la locale sezione degli Amici del Presepio ed il Comune con il primo manifesto ufficiale dell'iniziativa portato all'attenzione di tutta Italia ed una cartolina postale con una foto del Presepe della Chiesa di San Francesco, che fece il giro del mondo.
Ovviamente tutte queste iniziative non le realizzò da solo ma anche con la collaborazione di altri imprenditori, organismi, associazioni, enti pubblici. Certo è che senza di lui, abile tessitore nel creare sinergie costruttive, molte realtà non avrebbero mai visto luce come, per rimanere in tema, le "Luminarie di Natale" e gli addobbi urbani per le festività di fine anno. Iniziarono proprio i commercianti ad autotassarsi per abbellire e rendere la città più accattivante nei giorni di festa. La sua perseveranza nonostante le critiche per quello che all'inizio era sembrata una sua "mania di grandezza" alla fine premiò tutti... Il Comune si "convinse" e ormai da anni è l'ente pubblico a pensare integralmente a quelle luci colorate che fanno tanto festa.
Ma Otello Zacchini concepiva l'attività imprenditoriale soprattutto in termini dinamici legati alle vocazioni del territorio (Agricoltura, Turismo, Cultura, Terziario in genere) e in stretta connessione con l'organizzazione di manifestazioni ed eventi, dalla non ristretta ottica autoreferenziale, ma ai quali occorreva invece dare risonanza pubblicitaria esterna nei comuni, nelle province e nelle regioni limitrofe affinché potessero convogliare sulla città flussi notevoli di visitatori utili al turismo, al commercio, all'artigianato e di conseguenza all'occupazione.
Forse una personalità un po' pungente, estrosa e determinata come la sua oggi manca. Manca la sua voce tonante con la quale dava vigore alle sue idee per migliorare i comparti produttivi della città talvolta umiliati e compressi dalla politica e dalle leggi. Un condottiero, un trascinatore senza uguali, rappresentante, sicuramente non sempre condiviso e talvolta contestato, di una coscienza collettiva inquieta ma allo stesso tempo responsabile e costruttiva.
A dieci anni di distanza dalla sua scomparsa varrebbe la pena pensare, se non proporre, possa essere a lui intestata una via o una piazza nei pressi del Top16 o in località Colonia Elisabetta. Semplicemente così, non fosse altro per non dimenticare, per capire che non tutti siamo uguali e perché poi non è così vero che siamo tutti necessari e nessuno è indispensabile. Oggi lui non c'è più e il vuoto si sente e si vede!
(N.d.R.) - Oggi 28 ottobre 2019 alle ore 17.30 presso la Chiesa di San Giovanni in Tarquinia sarà celebreta la Santa Messa in memoria di Otello Zacchini (10 anni)