Tarquinia Città dei Presepi e quella cartolina postale che ancora intriga il mondo
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- Pubblicato Venerdì, 18 Dicembre 2020 03:43
- Scritto da Giulio Carra
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(Gicar) - Era il 18 Dicembre del 1994. Esattamente ventisei anni fa. Il Circolo Filatelico Numismatico di Tarquinia apponeva l'annullo speciale della chiusura degli eventi organizzati in occasione del 25 anniversario della sua fondazione su molti esemplari di una cartolina postale assai particolare che fu spedita dai commercianti locali a conoscenti e personalità di molte località italiane e di tutto il mondo.
L'augurio di Buone Feste degli imprenditori della città laziale in occasione del Natale e del Capodanno era espresso da un'immagine celebrativa prodotta da un complesso di iniziative più conosciute sotto la denominazione di "Tarquinia Città dei Presepi".
La fotografia scattata in una non dichiarata Chiesa, per motivi di sicurezza, ad una ricostruzione della Natività realizzata con preziose statue lignee del '700, approdò un po' in tutti gli angoli del pianeta con il francobollo del Presepe Vivente di Corchiano, allora uno dei pochi organizzati nell'Italia centrale. Tradizione questa che solo alcuni anni più tardi Tarquinia fece propria per l'intraprendenza di un giovane Freelance Event Manager e gruppi culturali locali che ottennero anche le attenzioni, nel primo decennio successivo al 2000, di Rai1 nel magazine televisivo "Uno Mattina Caffè".
Sicuramente per decenni e decenni la città tirrenica, sotto la spinta iniziale della locale sezione dell'Associazione Amici del Presepio, ha rappresentato una delle realtà più effervescenti della tradizione presepistica a livello nazionale grazie appunto alla sinergia tra sodalizi con finalità peculiari diverse, tra le quali l'allora Associazione Operatori Commerciali Tarquiniesi, e la collaborazione delle Amministrazioni Comunali di quegli anni.
Tempi in cui i presepi, oltre che nelle case (era indetto anche un Concorso denominato "Presepe in Famiglia") si trovavano ovunque: dalle Chiese ai Monumenti storici, dagli androni dei palazzi fino ad alcuni angoli delle strade o piazzette del Centro Storico, nelle vetrine dei negozi e nelle sale dei ristoranti. Esemplari di questa iniziativa, che ebbe forte eco in tutta Italia, approdarono anche nella nota rassegna internazionale di Verona.
"Tarquinia Città dei Presepi" nonostante sia divenuta nel tempo uno dei biglietti da visita di questa terra di Maremma, purtroppo con il trascorrere degli anni ha perso vigore ed è andata via via scemando fino ad essere quasi imbalsamata dagli effetti del Coronavirus e dalle conseguenti problematiche medico-economico-sociali legate all'espressione scientifica e realtà di fatto "Covid19".
Sicuramente tutto passerà e l'Umanità andrà avanti tra precauzioni di carattere collettivo ed individuale con l'aiuto della somministrazione dei vaccini che, dal punto di vista dell'incolumità fisica, permetteranno di raggiungere la cosiddetta immunità di gregge, rispristinando al contempo la normalità su molti fronti.
Ma, al di là di tutto questo, rimane una riflessione di carattere squisitamente ai limiti dell'esistenziale, sicuramente insignificante rispetto ai problemi reali con i quali la maggioranza delle persone oggi deve quotidianamente fare i conti. In piena "Era Digitale" le cartoline postali di "Buon Natale" o "Buon Anno" sembra non abbiano più un senso. Da anni tutti riceviamo gli auguri di qualsiasi tipo o natura tramite SMS, e-mail, WhatsApp, chat o messaggi Facebook.
Quella cartolina su cartoncino patinato lucido di 15 cm x 10 appartiene ormai alla preistoria dei nostri contatti personali e sociali. Le nostre cassette postali non le ricevono più da anni lasciando il posto alle sole bollette del telefono, del gas, della luce o a volantini e dépliant pubblicitari. Spesso ora tutto arriva direttamente sui conti correnti bancari o sulle caselle di posta e-mail, comprese le PEC che hanno sotituito le raccomandate.
Chissà se, dopo la fine della Covid-pandemia, si potrà forse recuperare il senso dell'invio di una cartolina postale illustrata, oggi introvabile da poter semplicemente acquistare, che possa pubblicizzare i maggiori eventi di una città o rappresentare (come nel passato) la semplice comunicazione, tra persone, di un augurio o di un saluto. Sarebbe, oggi, un modo controcorrente per fronteggiare un'epopea digitale che ci vede tutti appiattiti su uno schermo di un televisore o di un computer, se non quando letteralmente persi ad agitare velecemente i polpastrlli delle dita sul display di uno Smartphone, dove l'immediatezza della comunicazione viaggia nei termini di un nano secondo da ogni angolo più remoto della Terra se non dello Spazio intergalattico.
Personalmente sarei propenso a recuperare quei tempi quando era indispensabile infilare una chiave per aprire una cassetta postale messa nei pressi della porta di casa. Oggi poter trovare in essa una Cartolina sarebbe quanto di più rivoluzionario e realmente palpabile nel percepire la distanza della sua provenienza e l'autenticità di un messaggio firmato di pugno da chi lo ha inviato.
Vederla, prenderla in mano, toccarla, rigirarla e soffermarsi sul suo timbro postale con impressa la data di partenza potrebbe essere ancora un'esperienza irripetibile sul piano personale ed umano. Sotto l'aspetto pubblicitario per eventi promozionali di carattere turistico e culturale, la palpabilità del messaggio, sarebbe oggi, addirittura, quasi innovativa, dirompente e forse più efficace degli attuali inflazionati volantini nonché delle comunicazioni video-televisive o delle promozioni via web dalle quali siamo sommersi.
Si tratterebbe di una sorta di ritorno al passato per viaggiare nel futuro anche se mi rendo conto che sto parlando di 26 anni fa, di un secolo che è trascorso insieme ad un millennio che appartiene ormai alla Storia.