Nei cinema il superbo Hammamet di Gianni Amelio con Pierfrancesco Favino insuperabile nei panni di Craxi
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- Pubblicato Giovedì, 09 Gennaio 2020 00:05
- Scritto da Mariangiola Castrovilli
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(Mariangiola Castrovilli) - Bello ed interessante Hammamet, il film di Gianni Amelio da oggi in sala che consigliamo al nostro pubblico di andare a vedere, un lavoro rimarchevole costruito con grande maestria con «un'andamento un po' western e un po' noir» come confessa lo stesso regista. Noi che Craxi l'abbiamo conosciuto ed intervistato, ci siamo visti restituire, oltre che la sua immagine, anche il suo modo di muoversi e di pensare. Interpretazione impeccabile poi quella che ci regala un poliedrico Pierfrancesco Favino che calza i panni di leader in una "metamorfosi emotiva" che va molto oltre l'esteriorità.
«Se lo spettatore passasse il tempo a pensare 'Incredibile, com'è uguale a Craxi' sarebbe distratto dal virtuosismo e non si concentrerebbe sulla storia - ammette Pierfrancesco Savino - la memoria di Craxi è un ricordo molto personale di tutti quelli che quel periodo l'hanno vissuto. Ognuno di loro quindi ha già un'immagine di Craxi dentro di sé, così, se da una parte non la devi tradire, dall'altra devi illuminare gli aspetti sconosciuti dell'uomo: quelli presi in analisi dal lavoro di Gianni Amelio».
Favino come ha costruito questo personaggio oserei dire più vero del vero?
«Osservandolo a lungo, leggendo molto su di lui. Dal punto di vista fisico la prima caratteristica notevole è l'altezza, perché Craxi superava il metro e novanta, in una generazione di politici che raramente andava oltre il metro e settanta. Craxi era un uomo imponente, più di me, così ho cercato di restituire quel tratto, che era parte della sua leadership. Anche il suo incedere era particolare: ci vedevi il suo passato da ex cestista, con quelle gambe slanciate».
Gianni Amelio lei ha definito Hammamet 'la sua opera più rischiosa'. Ma da quel che abbiamo visto oggi, questo rischio è stato compensato da un gran bel lavoro... anche come scelta del periodo da raccontare...
«Il film è collocato esattamente nell'ultimo anno del 1900, nel 1999. Racconto qui sei mesi di vita di un uomo politico importante, fino alla sua morte, ma non è un arco narrativo che somiglia ad una biografia, tutto il contrario. Racconto gli spasmi di un'agonia».
Hammamet, un lavoro decisamente da non perdere.
Foto: Claudio Iannone